12.15.2009

Ok, salto la parte in cui ribadisco che non sto proprio in forma e pure quella in cui mi lamento perché sarei voluta uscire e invece niente. Ore 21e41, metto il pigiama.
Ho perso il filo.
Poi quand'è che l'avevo trovato sto filo non lo so. Comunque, non ho niente da dire e ovviamente meno ho da dire e più ho voglia di scrivere, meno so cosa scrivere e più m'intaso di pensieri.
Il filo, quello che ho perso, quello che non ho mai trovato, beh secondo me l'hanno fatto di un colore inutile. Non che esistano colori utili, oddio forse giusto il verde e il rosso, per la storia dei semafori, per il resto gli altri sono tutti inutili allo stesso modo. Comunque quello che cercavo di dire è che...l'ovvio è invisibile. E' un po come quando entri in libreria in cerca di un titolo che ti sei appuntato nell'angolo dell'agenda. Vai in ordine di autore, guardi le coste, riconosci le edizioni, poi passi alla meticolosa scansione di tutti gli scaffali ma niente, non c'è.
Quello è bello dritto tra le novità. E' li davanti a te, troppo facile, talmente visibile che l'occhio non vede.
Io potrei passarci davanti, fissarlo, odiare l'adesivo verde appiccicato sopra alla copertina perché copre l'immagine e non riconoscerlo.

Quindi ora la questione è:

1_Sono cecata.
2_Sono rincoglionita.
3_Sono cecata e rincoglionita.

Più genericamente:

A_ L'occhio umano si rifiuta di vedere l'ovvio.
B_ Le cose semplici sono per gli stupidi e noi che siamo furbi cerchiamo continuamente e con estrema costanza di complicarcele.
C_ L'ovvio è invisibile.

Bah.





P.S.: che poi il punto 3 sia sempre verificabile è un discorso a parte...

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