Ogni tanto è necessaria, forse più di ogni tanto, forse più di un'ora.
A pancia in giù, io stesa sul letto spengo la luce. Tanto le dita hanno imparato a ritrovare il posto in cui abitano le lettere sulla tastiera.
Forse inciamperanno, ma i pensieri lo fanno di continuo...quindi è perfetto.
In attesa di una nuova partenza, col sole di domani che sembrerà più caldo che mai e l'aria immobile mi toglierà la voglia di correre.
Eh, sì, perché in questa vita, forse l'ho capito, è meglio correre.
Bisognerebbe tenere i calzoncini e le scarpe da ginnastica sempre in borsa.
Lavoro, il telefono, le case, il lavoro, il telefono, in macchina verso casa, poi su per le scale, uno yogurt, (perché restano sempre solo alla fragola??) via i jeans e sta finendo, la giornata.
Per vivere questa vita ne basterebbe mezza.
Le cuffiette infilate nelle orecchie e corro, sudando goccioline che non posso asciugare, a combattere contro un tempo piccolo che non vuole passare.
E quando il mio i-pod sbaglia playlist e dopo la sigla di Pollon persino il silenzio s'azzittisce per far cantare ad Ani Di Franco la sua "storia" è arrivato il momento di chiudere gli occhi e di provarci, almeno provarci, a fermarsi un po'.
Notte.