L'amore innato, quello che c'è perché c'è sempre stato, quello che provi perchè te l'hanno insegnato. Ma lei è di ghiaccio. Si scioglie lentamente solo quando gira la chiave della porta del bagno. Canta quando esce. Accende la tv. Vive sola. Tutto il resto l'ha infilato nel sacchetto delle cose di poco conto, ogni tanto lo apre, quasi intenerita, poi schiaccia più sul telecomando e soffoca il resto in un angolo. L'amore e l'odio lo provo per lei. Che stimo troppo. Che forse invidio. Che tira avanti dritta per la sua strada e non si volta indietro. A cui ho teso la mano, a cui ho detto che c'ero, a cui ho aperto il cuore, a cui ho chiesto aiuto. Quel tono di voce alto e stridulo, insopportabile, scattava la molla e impazzivo, impazzisco. Oggi quasi ci piango. Vorrei capirti, perché non ne sono fin qui stata capace, vorrei che capissi...o quanto meno che t'interessasse farlo. Me ne vado, ti lascio gli spazi che forse ti ho rubato, strillo, mi sale il groppo in gola e la consapevolezza che sia io, io l'incapace, io quella che pretende, io quella che odi. Sbatto la porta e corro qui, il letto è grande ma resto in quest'angolo. Incrocio le gambe e scrivo, ti scrivo, tanto tu non leggerai mai e io dovrò presto snodare le gambe perché...beh, lo sai pure tu, che io e le mie ginocchia abbiamo litigato, forse meno di quanto abbiamo fatto io e te ma in modo piuttosto drastico. Mi dispiace. Mi dispiace. Te lo giuro mi dispiace. E poi mi sento così sola....